Il Treno della Tuscia

La Roma-Civita Castellana-Viterbo è una ferrovia lunga 102 km che collega il capoluogo di Viterbo alla Capitale, presso piazzale Flaminio. L’infrastruttura, nata nel 1932 da un’ ancor più antica tramvia elettrica, è sempre stata un solido collegamento dalla Città Eterna per i paesi del Lazio settentrionale, la cosiddetta “Tuscia Romana”.

I treni di prima dotazione, 35 carrozze di costruzione Stanga/TIBB ripartite tra elettromotrici, locomotori e rimorchiate, hanno caratterizzato per anni gli spostamenti quotidiani di centinaia di migliaia di pendolari del Lazio. Tali mezzi furono sostituiti progressivamente dai materiali rotabili “Firema” e “Alstom”, attualmente in circolazione, con l’ultimo servizio pendolari effettuato nel 2010.

Già le aziende Cotral e Me.Tro., riconoscendo l’importanza storica e iconica dei treni “TIBB”, composero e misero in servizio il cosiddetto“Treno della Tuscia”, un convoglio formato delle antiche vetture del 1932.

Questo iniziativa era stata concepita per valorizzare e far scoprire a cittadini e turisti i meravigliosi panorami della Tuscia e la ricchezza culturale dei paesi toccati dalla ferrovia: Sant’Oreste, Civita Castellana, Soriano nel Cimino, per citare qualche esempio.

Purtroppo, col tempo, il treno della Tuscia è finito dimenticato dall’azienda.

Ad oggi, nonostante gli anni, i treni della composizione risultano in buona efficienza: basti pensare che due delle elettromotrici sono usate regolarmente per i recuperi dei convogli guasti e per effettuare operazioni di manutenzione in linea.

Un vero e proprio esempio dell’eccelsa ingegneria italiana che, con minime operazioni di restauro, potrebbe essere riscoperto e rilanciato.

I mezzi identificati per il treno storico sono le due elettromotrici unità ’22’ e ’26’ il cui stato di conservazione risulta essere buono. Altresì si ritengono di notevole spessore storico le vetture:

  • L’unità 74, che conserva gli arredi originali degli anni ’30 di terza classe.
  • L’unità 52, che conserva sia gli arredi originali di terza classe degli anni ’30, sia gli arredi originali di prima classe degli anni ’50.
  • L’unità 59, più conosciuta come ‘vettura salone’, con la quale il capo del governo Mussolini inaugurò nel 1932 la ferrovia.
  • Unità elettromotrice 30 + unità rimorchiata 82, facenti parte dell’ultimo complesso a comando indiretto